Occuparsi della propria alimentazione e di quella delle persone care scegliendo “la via della natura” impone di affrontare il tema delle sostanze chimiche che vengono usate per la coltivazione. Per fare questo occorrono forza e dedizione perché le sostanze chimiche tossiche sono state usate dal dopoguerra praticamente in tutte le coltivazioni (tranne veramente pochissime) entrando nelle vite di tutti e causando danni alla salute degli ignari consumatori, tra cui cali della fertilità, malattie neurologiche, degenerative, croniche, a volte perfino morte (tutto questo ampiamente documentato e dimostrato da studiosi e scienziati).
La biologa e zootecnica Rachel Carson denunciò a gran voce il fenomeno già negli anni 40. La sua opera più conosciuta “Primavera silenziosa” (nonostante i pesanti tentativi di boicottaggio) aprì gli occhi a molti e fece sì che si avviassero studi e ricerche grazie ai quali anni dopo vennero messe al bando diverse sostanze chimiche tossiche, prima fra tutte il DDT.
Il problema dei pesticidi e dei concimi chimici è diventato da anni un problema sanitario, una grave minaccia che riguarda tutti.
Noi però possiamo tutelare la nostra salute e “creare” quella dei nostri cari (è il più grande regalo per i nostri bambini) scegliendo di mangiare cibo coltivato in modo naturale.
Non entriamo qui nel merito dei costi del cibo biologico (affronteremo l’argomento in un altro articolo). Quello che è certo è che i costi sociali ed ambientali del sistema che privilegia la chimica sono ormai insostenibili sia per gli stati e gli enti, che per ogni singola persona.
Come ha scritto nel 1994 Jacqueline Verrete, tossicologa della Fda: “Bisogna che le agenzie di regolamentazione smettano di concedere diritti ai prodotti chimici. Le sostanze chimiche non hanno alcun diritto, sono le persone ad averne…”.
IN ATTESA CHE QUESTO AVVENGA FACCIAMO LA NOSTRA PARTE SCEGLIENDO CON CURA ED INTELLIGENZA IL NOSTRO CIBO.
Maria F. Rummele
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