Spesso considerata erroneamente come erba infestante la portulaca, della famiglia delle portulacaceae è un regalo che la terra ci fa, sia in giardini e orti coltivati che su terreni più selvatici, spesso vicino a muri o tra i sassi.
Si presta in cucina agli utilizzi più diversi, avendo la stessa versatilità di piante come spinaci, borragine, bietole.
La portulaca, saporita e gustosa, è ottima sia cruda che cotta e se ne utilizzano le piccole e carnose foglie, gli steli, i frutti ed i semi.
Può fare la differenza in sughi e verdure che cuciniamo come piatto unico o in abbinamento a cereali. Cruda è gustosissima (ha foglie carnose e succulente!) in insalate miste ed è ottima marinata con un filo di olio e limone, pepe ed eventualmente un pizzico di sale; un po’ di salsa di soia la caratterizza sorprendentemente!

Vi stupirà quanto è buona aggiunta alla farinata di ceci o alle frittate.

Si può conservare sott’aceto come si fa con i capperi.

Le foglie della portulaca sono ricche di acido alfa-linoleico (un acido grasso del gruppo degli omega 3) utile nel contrastare il colesterolo LDL ed i trigliceridi.

Il succo delle foglie si utilizza anche per curare le malattie della pelle. In Cina l’intera pianta viene utilizzata per contrastare la dissenteria, i disturbi delle vie urinarie e la febbre.

Maria F. Rummele

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