C’è grande confusione nel campo dell’alimentazione. I cambiamenti avvenuti negli ultimi 40 anni hanno trasformato questo argomento, che un tempo faceva parte dell’innata sapienza degli uomini, in qualcosa che è talmente estraneo all’uomo da dover essere studiato, misurato, contato, analizzato. In natura ogni essere vivente sa esattamente cosa mangiare, quanto, quando e come. Noi, come se della natura non facessimo parte, andiamo a studiarlo all’università. Allontanandoci progressivamente dalla vita naturale non siamo più in grado neppure di provvedere correttamente al fabbisogno alimentare nostro e di chi ci circonda senza ricorrere ad informazioni esterne. Deleghiamo così ad altri la responsabilità della nostra salute rinunciando ad un fondamentale diritto, all’autodeterminazione.

Questi “altri”, attraverso un apparato industriale, finanziario ed accademico, hanno provveduto a creare in noi dipendenze funzionali agli interessi economici delle industrie della lavorazione dei cibi, degli allevamenti intensivi e non, degli agenti chimici, dei farmaci somministrati agli animali, della raffinazione e via via fino ad ambiti insospettabili, con conseguenze catastrofiche sulla salute e sull’ambiente.

Diamo per scontato e tuttavia lo sottolineiamo, che chi non sta bene debba necessariamente rivolgersi ad un medico. Ci chiediamo con stupore, noi autrici di questo blog, se non sia possibile decidere di imparare ad alimentarci sempre secondo le regole della natura, per evitare molti problemi alla fonte ed eliminare così una delle grandi cause di malattia. Nell’articolo di domani vedremo come la maggior parte delle persone starebbe se seguisse le linee guida del Naturale, Integro, Vegetale.

Maria F. Rummele

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