Per chi non lo conosce il Topinambur, della famiglia delle Asteracee, è una piacevole scoperta.
In primo luogo stupisce il suo sapore delicato, incisivo, piuttosto simile a quello del carciofo. Per questo viene chiamato carciofo di Gerusalemme.
Viene chiamato anche girasole tuberoso, perché i suoi fiori gialli assomigliano al girasole. Non se ne estrae l’olio come dal girasole, se ne mangia invece il tubero, fonte di una moltitudine di proprietà.
La ricchezza di inulina, un particolare tipo di zucchero che non richiede utilizzo di insulina per essere metabolizzato, lo rende adatto anche a chi soffre di diabete.
E la stessa inulina ha anche spiccate proprietà regolatrici del microbiota intestinale, favorisce il transito e contribuisce a bilanciare i processi fermentativi del colon, al punto che viene utilizzata anche come prebiotico all’interno di formule medicinali.
Il suo basso livello calorico fa apprezzare il topinambur, alimento estremamente nutriente, anche da chi segue piani dietetici e dimagranti.
Il topinambur è ricco di minerali come calcio, magnesio e ferro ed è curioso notare che, pur crescendo sottoterra, il topinambur apporta all’organismo anche una quota interessante di vitamine, sintetizzate dalle foglie di questa generosa pianta, come le vitamine A, C, E e quelle del gruppo B.
Per le sue molte proprietà sarebbe bene utilizzare frequentemente il topinambur in cucina. È tra l’altro un alimento che si presta alle più diverse preparazioni: vellutate e zuppe, gnocchi, risotti e farinate. Cotto e frullato con aglio diventa una salsa prelibata da accompagnare a qualunque pietanza. È gustosissimo anche crudo, tagliato a fettine sottilissime, in insalata o aggiunto ad altre verdure cotte.
Maria F. Rummele
Comments are closed