La giornata mondiale della Terra è stata istituita dalle Nazioni Unite e viene celebrata ogni anno in tutto il mondo il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera.
Già più di 50 anni fa si è dunque ritenuto importante dedicare una giornata ad eventi, conferenze, discussioni globali sulla necessità di preservare e conservare le risorse della Terra e della Natura nel suo insieme. I temi sono tanti, tutti riconducibili al danno che l’uomo stesso produce alla terra per via di cattive abitudini, indifferenza, interesse economico, ignoranza.
Tra i temi del giorno, riteniamo che quello alimentare sia un protagonista indiscusso.
Lo sfruttamento del suolo e dei mari, attraverso coltivazioni agricole intensive e l’allevamento di animali, costituiscono secondo molti studi e ricerche la causa principale della difficile situazione ecologica e dei drammi ambientali.
Possiamo con una bella quota di superficialità attribuire la responsabilità di tutto questo “solo” alle aziende produttrici di generi alimentari sostenendo che le loro scelte non dipendono da noi. Sappiamo però che non è così. I conflitti di interesse, le omissioni, l’ipocrisia della maggior parte degli imprenditori e degli stessi consumatori permettono che la soluzione ai problemi ambientali resti puro dibattito, teoria.
Perché il cambiamento si concretizzi occorre che ognuno di noi, in quanto parte della natura, si assuma la propria parte di responsabilità. Questa responsabilità è molto più grande di quanto ipocritamente molti pensano, e si fonda sul fatto che più volte al giorno (a seconda di quante volte mangiamo) scegliamo se proteggere la terra e i suoi abitanti o essere partecipi attivi della sua distruzione. Ogni volta che facciamo la spesa decidiamo se sostenere l’industria e i produttori che distruggono l’ambiente, o se mettere in atto comportamenti che proteggono la terra e i suoi abitanti, cioè gli esseri umani, gli animali e il mondo vegetale.
Mangiare prodotti di origine animale, inevitabilmente ottenuti con la crudeltà e a costo di un’insopportabile sofferenza ha inoltre, non a caso, conseguenze dirette ed indirette sulla nostra salute. Contribuisce ad accelerare il processo di invecchiamento, genera stati infiammatori che possono portare a malattia, ed è frequentemente alla base di disturbi cardiovascolari, infarti, diabete, sindromi metaboliche, malattie degenerative.
Per approfondire questi temi:
– Due documentari che cambiano la vita:
–Le ricerche e gli studi del dott. Michael Greger, uno dei maggiori esperti di alimentazione:
– Gli articoli del nostro blog dedicati al Progetto Benessere:
https://www.alimentazioneintelligente.com/category/progetto-benessere/
Maria F.Rummele
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